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Cosa mi aspettavo da La Francescana. Prima di tutto dure salite; poi una marea di ciclisti; infine tutto ciò che viene in mente pensando alla figura del grande Santo d’Assisi. Frugalità a parte (poi si capisce perché), se si considerano la semplicità, l’amore per la natura, e quindi per le buone cose di una volta, pieno centro per questa ciclostorica: quando arrivi a Foligno ed entri nel centro storico puoi buttare via tutto ciò che solo ti ricorda da lontano la nevrotica vita quotidiana, l’orologio, il telefonino, e sopra tutto i problemi e lo stress.

Salite, invece, poche; marea di ciclisti contenuta. Due ingredienti speciali che hanno trasformato questo 23 settembre in uno splendido e rilassante saluto all’estate.

La Francescana è una festa, siamo qua per pedalare in compagnia e quindi la nostra è una visione privilegiata, ma la piazza della Repubblica è un luogo magico. Ed è qui che si svolge tutto, proprio dove San Francesco fece il primo atto di povertà vendendo le sue stoffe e il suo cavallo per ricavare ciò che serviva per restaurare la chiesa di San Damiano in Assisi. I ritmi delle grandi città sono lontani mille chilometri.

La Francescana è prima di tutto un incontro tra amici: già il centro storico di Foligno unisce e poi quest’anno, anche se le iscrizioni sono quasi raddoppiate, non c’è la marea di ciclisti che temevo, situazione ideale per questi spazi e per condividere insieme la pedalata. Siamo in cinquecento, cento più del previsto.

Tutto si svolge in santa pace, a iniziare da sabato, in giro per la piazza e gustarsi il mercatino e la città; un monumento ai ristoranti, taverne, alle salumerie, dove si ricercano e proteggono i sapori dei cibi autentici. Si parte domenica mattina con calma, niente alzatacce, e poi via in parata per le strade del centro, a braccetto con Bartali e Girardegno (si tratta di Gioia, nipote di Gino, e di Michela Mora Moretti Girardengo , pronipote di Costante). Oppure dietro Marco Scarponi, fratello del campione Michele, o Luca Salvadeo, primatista europeo su pista.

Poteva mancare il Brocci? No, ovviamente, anche perché la ciclistorica di Foligno è convenzionata con il Ciclo Club Eroica. Giancarlo — si vede nel filmato — afferma di essere qui in veste di badante di Martina, figlia della sua compagna Patrizia (a noi sorge il dubbio che sia il contrario, ma non indaghiamo).

Ad aprire il corteo ci sono i velocipedisti belgi  e francesi accompagnati dal nostro Mario Labadessa, e a guidare il percorso lungo c’è Massimiliano Gentili, ex professionista folignate.

Mi aspettavo dure salite, invece ce n’è una sola, non tremenda e inoltre premiata con il primo ristoro, a Montefalco, organizzato sotto al loggiato quattrocentesco del Palazzo Comunale. Anche questa piazza è splendida, e qui ci sono i tipici dolci umbri, tra le bevande brilla il vino locale, il Sagrantino. Sono le dieci, iniziamo bene.

Io arrivo in ritardo, non per le mie già note doti di scalatore, ma perché nella mia vecchia bici anni ’80 si è rotto il deragliatore e sono costretto a fare l’ultimo chilometro a piedi. Il problema non è grave, e fortunatamente — con l’aiuto di Guido Rubino, dotato di un efficientissimo coltellino svizzero — riusciamo a sistemare il guaio e dopo qualche minuto sono pronto a ripartire. C’è un problema, alzo lo sguardo: la piazza è vuota. Sono andati tutti già da un po’ e sono l’ultimo.

Il vantaggio delle granfondo affollatissime è che anche se ti attardi c’è sempre qualcuno che pedala con te, in qualsiasi punto del percorso. Quando sono ripartito da Montefalco   ero attardato e ultimo, solo, solissimo. Non è una situazione a cui sono abituato — in genere sono ultimo sì, ma tra amici — però non mi sono perso nella Valle Umbra come tenevo, poiché l’organizzazione è perfetta, la strada è ben segnalata e sorvegliata da gentilissime staffette motorizzate, non mi può succedere niente.

E c’è un infallibile sistema che ricompatta sempre il gruppo: la serie dei ristori. Altro che pace car. Infatti qui è un po’ come la Formula Uno, dove le soste ai box sono fondamentali per l’esito della gara, spesso i sorpassi avvengono proprio in questi frangenti. A La Francescana la strategia è la stessa: se gestisci bene gli stop ai ristori e fai soste da record di sicuro ottieni un buon risultato. Ci sono due cose che però vanificano questa strategia: uno, impossibile resistere alle tavolate umbre, non puoi proprio evitare di mangiare e di bere come si deve; due, non esiste lo spirito competitivo, nessuno scalpita per andare davanti e battere il record e così anche tu ti tranquillizzi, felice vittima di questo beato stato mentale.

Il secondo ristoro è a pochi chilometri da Montefalco, e così riprendo subito il contatto col gruppo. Arrivo però con qualche minuto di ritardo e devo recuperare: impresa durissima. Siamo infatti alla Cantina Arnaldo Caprai a Torre di Montefalco, immersa nei vigneti di Sagrantino. Salumi e insaccati locali, zuppa tipica di legumi umbri, dolci locali, devi assaggiare tutto, si sa. Poi c’è la degustazione di vini bianchi e rossi della Cantina, pluripremiata per i suoi vini. Che fai, non degusti? Il cibo è speciale e il vino è fenomenale, e questa è una costante de La Francescana.

Si parte allegri e felici per il terzo ristoro. Il tempo è bellissimo e tutto scorre facile, attraversiamo il borgo Medievale di Bevagna, saliamo su quello di Torre del Colle correndo su splendide strade disegnate tra vigneti e uliveti.

Andiamo alla grande, volando liberi e leggeri fino a quando la nostra verve di ciclisti eroici si spegne su una rampa di sterrato impossibile. Fortunatamente sono poche decine di metri. Di buono è che non hai il dubbio: qui si scende e basta, è impossibile, farla in bicicletta, ma questo è un piacevole diversivo. Forse qualcuno è riuscito a pedalare, e se ce l’ha fatta con i rapporti di allora è veramente un grande.

In vetta ci aspetta un’altra meraviglia, che ci lascia inizialmente interdetti: dal terrapieno sorge una cupola gigantesca, che ci ricorda un film di fantascienza. È la Cantina Il Carapace delle Tenute Lunelli, più di una cantina un’opera d’arte, disegnata dal Maestro Arnaldo Pomodoro.

Siamo chiamati a superare un’altra prova: lenticchie e pecorino, una porchetta commovente, mozzarelle e caciotta, tutto ovviamente irresistibile e locale. Biscotti al Sagrantino, e l’immancabile degustazione dei vini della Cantina. Che manco a dirlo è pluripremiata: lo Ziggurat, il Montefalco Rosso delle Tenute Lunelli in Umbria, annata 2016, ha ottenuto i Tre Bicchieri, il riconoscimento più alto della Guida Vini del Gambero Rosso 2019. Ci offrono il Lampante di Montefalco, riserva 2015, altri cinque minuti al sole con il bicchiere in mano poi si va. Siamo al top.

Dopo una rinfrancante sosta al sole ripartiamo rilassati e contenti, a ogni ristoro si è sempre più amici. Per la bici, si sa che unisce, per questa splendida giornata di settembre, per il cibo, per il vino, e poi anche perché ad ogni sosta ci si ritrova sempre tutti. In queste occasioni non si butta giù un gel di traverso, un sorso dalla borraccia e via, qui ogni ristoro è una festa.

Ormai però siamo arrivati, restano pochi chilometri e ci aspetta il trionfale arrivo a Foligno con il classico pasta party, sarebbe bello sapere dove mettere la pasta al forno, il roast beef di maiale, i contorni e il dolce che ci aspettano in taverna. Così credevo, ma non era finita lì.

Prima dell’ultima sgambata c’è infatti c’è ancora un ristoro, l’ultimo, a questo punto “ristoro” è una parola che fa sorridere, siamo più che ristorati. Si tiene in un luogo eccezionale, nella seicentesca Villa Fidelia di Spello, con  parco e giardino all’italiana, costruita sul sito di un santuario romano del IV secolo. Giusto della frutta, dolci locali, bruschetta con l’eccellente olio extravergine di oliva Terre Rosse di Spello, l’aperitivo per il pasta party. Anche questo al top, puoi dire di no?

Ho fatto 70 chilometri e non me ne sono accorto.

Note

Questa è stata la IV edizione de La Francescana, ciclostorica dell’Umbria organizzata da La Francescana Ciclostorica asd, XIII tappa del Giro d’Italia d’Epoca, convenzionata con il Ciclo Club Eroica e con il Touring Club Italiano.

Due i percorsi, con partenza e arrivo a Foligno: uno da 35 chilometri, tutto in pianura, adatto a tutti e ad ogni tipo di bicicletta vintage; uno da 75 chilometri, per bici d’epoca da corsa.

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